Personal Transformation Experience
Auto-Trasformazione
Attraverso La Musica
Quando ero piccola, i miei genitori mi avevano insegnato che io, a differenza degli altri bambini, ero sia cristiana che devota di Swami. Quindi io credevo sia all’esistenza di Gesù, ma anche all’esistenza di un'altra figura spirituale che veniva identificata come un maestro (Sai Baba). Mi ricordo che a quel tempo ero molto confusa, e ogni volta che volevo pregare non sapevo mai a chi dovevo rivolgermi, anche se io per sicurezza li pregavo entrambi.
Inoltre ho sempre avuto l’idea di Dio come di qualcuno in grado di aiutarti e basta, infatti non mi fermavo mai a ringraziarLo per qualcosa di bello che avevo vissuto durante la giornata.
Sono cresciuta ascoltando i Bhajan che mio padre mi cantava per farmi addormentare (anche perché quello era l’unico metodo per riuscirci!). Sin dalla nascita ho sempre frequentato i centri Sathya Sai Baba; ogni domenica andavamo al centro a cantare i Bhajan. Crescendo avevo scoperto che quello era il mio piccolo spazio di tempo in cui ero veramente felice e non riuscivo a pensare ad altro se non alla gioia e all’energia che mi trasmetteva quella musica.
Verso l’età di sei anni ho cominciato a suonare l’armonium ed ho capito subito che quello strumento sarebbe diventato il mio fedele amico. Non esisteva una sera in cui io non dedicassi una piccola parte del mio tempo a lui. Di lì a poco questo strumento è diventato il mio momento di sfogo e di preghiera. Infatti ogni volta che ero triste, mi rifugiavo nella mia cameretta e man mano che cantavo e suonavo, tutto ciò che mi faceva stare male si trasformava in un pianto; ad un certo punto smettevo di cantare, ma continuavo lo stesso a suonare l’armonium a mo’ di ninna nanna ed infine mi addormentavo. Questo mio metodo per sfogarmi era, in un certo senso, il mio modo di pregare. Quello era diventato il mezzo con cui riuscivo a comunicare con Dio, qualsiasi forma Lui avesse.
Andando avanti con gli anni, chiedevo costantemente a mio padre di portarmi in India per vedere Sai Baba. Ero troppo curiosa di riuscire a percepire, anche solo per un momento, il suo amore dal vivo. Purtroppo però non sono mai riuscita a conoscerlo veramente e diciamo che è stata una cosa che ho rimpianto molto.
Poi però, nel 2015, mio papà ha deciso finalmente di partire per l’India durante le festività del Natale, ma la nostra meta era Muddenahalli. Io ero alquanto scettica perché mi ero convinta che Swami fosse uno solo e che l’unica manifestazione divina che potevo attendere era Prema Sai. Appena arrivata in India ero felicissima; io e la mia famiglia andavamo ogni giorno al Darshan e sentivamo un’energia pazzesca. Un giorno, grazie ad un nostro amico, abbiamo conosciuto Dimitris Lambrianos; stavamo parlando con lui e ad un certo punto mi propone di cantare per Swami il primo di gennaio. Io accetto, ed è da lì che è nato tutto... Da quel momento ho sperimentato che non avevo mai vissuto un’emozione così bella, non c’era amore più grande di quello che avevo provato il giorno in cui, dopo aver cantato, ho fatto il Padanamaskar a Swami.
Nel 2016 siamo ritornati tutti in India sempre per il Natale, ho presentato il progetto mio e di mio padre per poter cantare per Swami e Lui mi ha detto: “Go, go, go (vai, vai, vai)”. Dopo un po’ di tempo ho realizzato che per ognuno dei “vai” c’era una meta: la prima a Roma, la seconda ad Assisi e la terza in Spagna (alcuni luoghi in cui Swami è venuto a visitare i suoi devoti).
Arriviamo infine al 2019. I miei genitori mi hanno concesso l’opportunità di partire a novembre senza di loro, per cantare ancora una volta davanti a Lui grazie alla European Sai Youth Orchestra, e anche l’occasione di viaggiare ancora a Dicembre per cantare con il Christmas choir, questa volta accompagnata da loro.
Grazie a tutte queste opportunità ho capito che il mio modo di entrare in contatto con il Signore è la musica. Ed è proprio per questo che quando io canto i Bhajan sento il cuore pieno di gioia. Inoltre ho notato che, ultimamente, mi viene spontaneo chiudere gli occhi mentre canto e suono i Bhajan. Ogni volta vedo una luce posizionata al centro dello sterno, quest’ultima piano piano sale e si ferma sul terzo occhio e illumina tutto il mio viso. Quando il Bhajan si conclude, comincio a percepire una sensazione profonda di pace. Proprio per questo voglio ringraziare Swami per tutte le occasioni che ancora oggi mi dà di esprimermi attraverso la musica.
Starnoni Shanti
Region 3, Italy